Endometriosi e dieta
L’endometriosi viene definita come la presenza di tessuto simil endemetriosico (lesioni) al di fuori dell’utero.
L’endometrio è un tessuto che riveste le pareti interne dell’utero. Questo durante il ciclo mestruale cambia sotto l’influenza degli ormoni. In particolare dopo il ciclo mestruale questo tessuto inizia a crescere, ad ispessirsi e ad arricchirsi di vasi sanguigni formando un ambiente favorevole per accogliere l’ovulo fecondato. Se la fecondazione non avviene l’endometrio si sfalda rilasciando sangue e pezzi di tessuto endometriale che saranno eliminati attraverso la vagina (flusso mestruale).
L’endometriosi è una malattia molto diffusa ma ancora oggi troppo poco conosciuta.
In Italia si stima che le donne con endometriosi sono più di 3 milioni.
Le cause che inducono l’insorgenza di questa patologia non sono del tutto chiare. Esistono diverse teorie che non tratteremo in questo articolo perché voglio focalizzarmi soprattutto sull’alimentazione e darti consigli utili e pratici che puoi utilizzare nella tua quotidianità.
Come si manifesta l’endometriosi?
I sintomi sono molto variabili e sono spesso correlati alle sedi in cui il tessuto endometriale ectopico va a collocarsi.
In generale nelle donne affette da endometriosi si riscontra:
Sono pochissimi i casi in cui le donne affette da endometriosi non mostrano nessun sintomo tipico della malattia.
L’alimentazione può aiutare?
Il trattamento dell’endometriosi è di tipo farmacologico e chirurgico, ma una particolare attenzione è rivolta anche ad un corretto stile di vita volto a migliorare lo stato infiammatorio, la dolorabilità e i disturbi gastrointestinali caratteristici di questa patologia.
In particolare si è visto che una dieta antinfiammatoria può contribuire a ridurre l’infiammazione e di conseguenza tutti i disturbi ad essa correlati.
Inoltre una corretta alimentazione può migliorare tutti i disturbi gastrointestinali correlati all’endometriosi, la stanchezza cronica e in generale la qualità di vita della paziente affetta.
Prima di parlarti di quali alimenti preferire e quali evitare, mi preme sottolineare che, per ciò che riguarda lo stato infiammatorio, è necessario capire che il tessuto adiposo in eccesso, il grasso corporeo è il primo agente imputato come causa di infiammazione.
Il tessuto adiposo infatti è un vero e proprio organo endocrino capace quindi di produrre ormoni, che tramite vari meccanismi, va ad accentuare l’infiammazione.
Questo significa che una corretta alimentazione, che ti permetta di ridurre grasso, può essere d’aiuto in questa patologia come in tutte le altre patologie infiammatorie.
Dieta Antinfiammatoria: alimenti SI/ alimenti NO
ZUCCHERI
Il primo alimento da limitare in una dieta antinfiammatoria è sicuramente lo zucchero.
Zucchero inteso non soltanto come saccarosio, ovvero quello che usi in cucina, ma in generale tutti gli zuccheri e i carboidrati raffinati vanno evitati o limitati il più possibile perché causa di picchi glicemici e insulinemici, che andranno ad accentuare l’infiammazione oltre a causare una continua ricerca di cibo.
Questa immagine spiega l’andamento della glicemia quando bevi un caffè zuccherato.
Come puoi notare dopo l’introduzione del caffè zuccherato la quantità di zuccheri nel sangue aumenta rapidamente creando un cosiddetto picco glicemico. Il picco glicemico è seguito da un altro picco dato questa volta dall’insulina che aumenta rapidamente per far si che il picco di zuccheri si riduca.
Quando le concentrazioni di zucchero nel sangue si riducono si ha di nuovo fame, il che ci spinge a introdurre nuovamente cibo. Se quello che andiamo a mangiare è ancora ricco di zuccheri ci sarà un nuovo picco glicemico e insulinemico, e di nuovo, appena lo zucchero nel sangue si ridurrà nuovamente, avremo di nuovo fame creando così un circolo vizioso che ci indurrà ad una continua ricerca di cibo e quindi ad ingrassare.
Attenzione! non significa che nell’endometriosi i carboidrati vanno evitati, assolutamente.
Abbiamo infatti tantissime fonti integrali tra cui scegliere che, oltre ad avere un basso impatto sulla glicemia, apportano anche un’ottima quantità di fibre.
Non possiamo parlare di cereali senza parlare di glutine.
GLUTINE
Nell’endometriosi e in molte altre patologie infiammatorie si tende ad eliminare il glutine perché “poco tollerato”.
La scarsa tollerabilità al glutine può essere causata da una mucosa intestinale infiammata che a contatto con questa sostanza causa gonfiore addominale, cattiva digestione, reflusso, meteorismo, ecc…, soprattutto in quei soggetti che consumano quotidianamente una grande quantità di pasta, pane e di tutti gli altri alimenti contenenti glutine.
C’è però da considerare anche un altro aspetto del glutine ovvero la sua azione pro- infiammatoria.
Uno studio effettuato da Marziali et al (1) su 207 donne affette da endometriosi ha valutato il miglioramento della dolorabilità e della qualità di vita dopo una dieta priva di glutine per 12 mesi.
Al termine dello studio il 75% delle pazienti ha presentato un miglioramento statisticamente significativo della sintomatologia dolorosa ed il 25 % non ha avuto alcun beneficio dall’esclusione del glutine.
In realtà sull’esclusione completa e assoluta del glutine ci sono molte controversie e nella pratica non sempre una dieta priva di glutine risulta sostenibile per i pazienti, ecco perché è necessaria una stretta personalizzazione della dieta.
LATTE
Anche per il latte vale un discorso simile a quello visto per il glutine. Se il latte e i suoi derivati sono poco tollerati questo potrebbe dipendere dall’intestino infiammato e non in tutti i casi va completamente e tassativamente eliminato. Anche qui è importante una stretta personalizzazione della dieta.
CARNE ROSSA
Uno studio americano effettuato nel 2018 (2) ha dimostrato che il consumo di più di due volte a settimana di carne rossa aumenta del 56% il rischio di sviluppare endometriosi.
Questo significa che è preferibile non consumare carni rosse più di una volta a settimana ma di preferire carni bianche e da allevamenti biologici e in nessun caso lo studio ha dimostrato che eliminare la carne dalla dieta abbia effetti positivi per le pazienti affette da endometriosi.
GRASSI
Gli acidi grassi ω3 sono noti per la loro azione antinfiammatoria mentre gli acidi grassi ω6 hanno piuttosto un’azione pro- infiammatoria (Non mi soffermerò su questi due tipi di grassi perché ne avevo già parlato qui).
Il giusto rapporto tra questi due tipi di grassi è essenziale per ridurre lo stato infiammatorio caratteristico dell’endometriosi spesso sbilanciato a favore degli ω6 a causa del massiccio impiego degli oli in cui gli ω6 sono ampiamente presenti (olio di mais, di girasole, ecc..) nell’industria alimentare.
Un’ottima fonte di ω3 è invece il pesce azzurro, le noci e i semi di lino.
FOCUS SULL’INTESTINO
Molti dei disturbi gastrointestinali dell’endometriosi sono causati dalla presenza di impianti e/o lesioni endometriali nell’apparato digerente ed in particolare le aree maggiormente interessate sono quelle del colon.
Uno studio effettuato già nel 1998 (3) ha evidenziato la correlazione tra endometriosi e SIBO (sovraccrescita batterica intestinale). In questo studio infatti su 50 donne affette da endometriosi, 40 sono risultate positive alla SIBO.
Uno studio Italiano effettuato nel 2021 (4) ha messo in relazione l’endometriosi e la sindrome del colon irritabile (IBS) evidenziando un rischio 2 volte maggiore di IBS per donne endometriosiche rispetto a donne senza la patologia.
I disturbi gastrointestinali correlati all’endometriosi sono molto variabili e sono in molti casi debilitanti e causa di carenze nutrizionali importanti.
La Dieta Low Fodmap (dove Fodmap indica un particolare tipo di carboidrati scarsamente assorbiti nell’intestino e facilmente fermentabili dai batteri intestinali) è un particolare protocollo alimentare che si è dimostrato utile nel ridurre i sintomi dell’IBS
Questo protocollo prevede una fase di eliminazione in cui vengono appunto eliminati (per un tempo variabile da 4 a 6 settimane) tutti gli alimenti contenenti Fodmap.
La fase di eliminazione è seguita da una fase di reintroduzione in cui vengono reinseriti gradualmente gli alimenti eliminati valutando accuratamente la tollerabilità e l’eventuale ricomparsa dei sintomi.
DISMENORREA E STANCHEZZA CRONICA
Il forte dolore mestruale (dismenorrea) non è una condizione “normale” è non va in nessun caso sottovalutato.
La dismenorrea è un campanello d’allarme che deve spingere la donna alla ricerca della causa di questo dolore. La dieta come visto in precedenza può aiutare a migliorare la dolorabilità e i crampi tipici della mestruazione.
Per quanto riguarda la stanchezza cronica una dieta adeguata può essere utile per migliorare il tono energetico mirando a compensare carenze vitaminiche e minerali frequenti in questa patologia.
In più una dieta a basso impatto glicemico e insulinemico e con un’adeguata quantità di proteine aiuta a migliorare il tono energetico e a garantire una maggiore tolleranza alla fatica fisica.
Consigli utili per la tua dieta quotidiana
Cereali: consumare cereali in chicco e biologici, limitando il più possibile i prodotti a base di farina come pane e pasta soprattutto in soggetti che presentano una maggiore sensibilità al glutine. Se si vuole seguire una dieta senza glutine si consiglia il consumo di alimenti naturalmente privi di glutine come il riso, la quinoa, il miglio, le patate o il grano saraceno.
Legumi: preferire quelli biologici e decorticati valutando la tollerabilità intestinale.
Attenzione agli zuccheri: meglio evitare il consumo di alimenti e bevande ricche di zuccheri che avrebbero un impatto importante sulla glicemia.
Attenzione a carni rosse, latte e latticini: preferire carni bianche biologiche e ridurre fortemente il consumo di latte e derivati soprattutto se poco tollerati a livello intestinale.
Caffeina: evitare il più possibile consumo di caffeina contenuta in caffè, tè e bevande surrogate. La caffeina oltre a dare dipendenza può creare affaticamento delle ghiandole surrenali e influenzare la produzione degli ormoni. Inoltre alcune sostanze presenti nel caffè possono esacerbare i sintomi gastrointestinali tipici dell’endometriosi.
Evitare il consumo di cibi fritti, oli vegetali, margarine: promuovo l’infiammazione e possono causare disturbi intestinali.
Pesce: meglio se pescato e di piccola taglia.
Come già altre volte ho specificato, nell’endometriosi (e in generale in qualsiasi approccio dietetico) la dieta deve essere il più possibile personalizzata sulle esigenze del singolo paziente.
In questa patologia, come in molte altre, non esiste un “tutto o nulla”, ecco perché l’eventuale esclusione di alcuni alimenti è una scelta che deve essere effettuata con consapevolezza e con l’aiuto di un professionista, per non incorrere in carenze nutrizionali che potrebbero aggravare la patologia invece che migliorarla.
(1) M marziali et al. Gluten-free diet: a new strategy for management of painful endometriosis related symptoms?
(2)Ms. Ayae YAMAMOTO et al. A prospective cohort study of meat and fish consumption and endometriosis risk
(4) Francesca Chiaffarino et al.Endometriosis and irritable bowel syndrome: a sistematic review and meta-analysis